Il Pontecanale e il Muson dei Sassi

Ai confini tra i comuni di Borgoricco e di San Giorgio delle Pertiche e più precisamente presso la località di Torre di Burri, sorge una costruzione tra i fiumi Tergola e il Muson dei Sassi detta Pontecanale. 

Il pontecanale ( anche botte o sifone) è un manufatto idraulico mediante il quale un canale o un corso d’acqua viene fatto passare sotto un altro canale: il corso d’acqua scende sotto terra per poi riemergere in superficie, transitando laddove non potrebbe farlo al livello della superficie del terreno per via dell’ostacolo: nel nostro caso le acque del Tergola sono  state fatte passare sotto il corso del Muson dei Sassi.

Come mai tale costruzione si rese  necessaria? Il fiume Muson dei Sassi faceva da confine naturale tra la Padova dei Carraresi e Venezia, e sappiamo che Francesco II da Carrara impose il suo allargamento tra Camposampiero e Mirano. Tale allargamento, tuttavia, fu malvisto dalla città lagunare dato che il maggior carico d’acqua comportava un aumento del carico di detriti con conseguente elevato rischio di interramento della laguna settentrionale. Una volta che Venezia ebbe conquistata la terraferma, la sistemazione di quel fiume divenne prioritaria, con l’obiettivo di allontanare le acque il più possibile dalla laguna.

Dopo alcuni primi lavori a Dolo nel 1612-1613, il Magistrato alle Acque e il relativo Collegio decisero di seguire il piano dei periti Gallo, Gallesi, Contini e Guberni, i quali prevedevano la costruzione di una deviazione da Camposampiero fino al Brenta  in località Pontevigodarzere (in origine infatti il Muson Vecchio scendeva da Camposampiero attraverso Stigliano e Mirano fino alla laguna). Sul  tracciato del nuovo corso scorrevano tuttavia due corsi d’acqua, ossia il Tergola e il Muson Vecchio. Con l’ausilio dei sifoni a botte, questi due fiumi furono superati  permettendo così al  Muson dei Sassi di correre verso il Brenta. 

Ancora oggi, per chi proviene da Borgoricco,  in direzione della località Canarei di San Michele delle Badesse può ammirare l’importante manufatto che, a distanza di quattro secoli, espleta ancora perfettamente la sua funzione.

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