Villa Bressanin

Sito di particolare bellezza è Villa Bressanin che nel ‘600 era l’abitazione di campagna del nobile veneziano Gio Batta Calbo. Agli inizi del 1800, i Calbo vendettero la dimora ai ricchi veneziani Bressanin, che investirono le loro risorse nell’agricoltura. La villa venne notevolmente ampliata e si trasformò in un’azienda agricola di tutto rispetto, con un seguito di circa 2000 campi padovani nel territorio.

L’azienda agricola decadde nella seconda metà del Novecento per una serie di errori finanziari. L’ultima proprietaria fu Annamaria Bressanin, che aveva sposato il giornalista milanese del Corriere della Sera Cesco Tommaselli. Non ebbero figli ed alla morte di Annamaria avvenuta nel 1989, per espresso volere della defunta, la villa passò alla parrocchia di  Borgoricco San Leonardo, con la clausola che fosse adibita a casa di riposo per anziani. I lavori di ristrutturazione iniziarono nel 2001, e nel mese di luglio 2005 una prima parte del complesso, quello ad ovest, divenne Centro Residenziale per persone anziane non autosufficienti, gestito dalla Fondazione Opera Immacolata Concezione di Padova (O.I.C.).

Quello che però fa di villa Bressanin un unicum è il parco.

Allestito nella seconda metà dell’Ottocento secondo i canoni del giardino romantico, è rimasto tale fino ad oggi. Il parco si estende su circa 20000 mq di superficie ed è racchiuso dalla struttura ad U della villa. Il movimento romantico si era sviluppato e affermato in quel periodo in tutta Europa, in piena contrapposizione all’illuminismo che vedeva il dominio dell’uomo sulla natura. Con il romanticismo veniva rivalutato tutto ciò che non era razionale, nei giardini non erano più concepite le aiuole geometriche ma alberi e arbusti, disposti secondo una sistemazione apparentemente naturale. Al suo interno furono posti e e ancora si possono ammirare alberi di notevole pregio, in particolare un enorme Cedro Deodara ramificato alla base con più fusti, posto al centro; una Sophora Pendula ed un Cipresso Calvo sullo sfondo, verso la canaletta che delimita il parco. Nel giardino la disposizione apparentemente casuale cela l’intento di creare un effetto cromatico ottenuto con l’accostamento dei colori della vegetazione; una cortina verde che non ponga fine allo sguardo del visitatore che si inoltra nel parco e che non ombreggi gli edifici.   A differenza dei giardini all’italiana, i quali si presentano con aiuole e siepi basse dalla forma particolarmente geometrica i giardini romantici invece rievocano i boschi, quindi grandi alberi. 


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